Perché studiare Bernard Lonergan?

Primo corso della "Cattedra Piero Pasolini"

 

Dal prossimo febbraio il Dipartimento di Teologia e Filosofia introduce lo studio di uno dei maggiori epistemologi del Novecento. Lo presenta Paul O'Hara, che proviene da Chicago dove ha guidato il Dipartimento di Matematica della Northeastern Illinois University.


“Più di uno studente mi ha chiesto chi è Lonergan e perchè studiare il suo pensiero. Posso rispondere con una certa facilità alla prima domanda; tocca a ciascuno, invece, trovare la risposta alla seconda.


Bernard Lonergan (1904 – 1984) è stato un gesuita di origine canadese. Secondo me il valore della sua opera si può paragonare a quello di Tommaso d'Aquino che, assumendo anche le categorie aristoteliche nella cultura cristiana del suo tempo, organizzò in modo originale il sapere teologico e diede corpo ad una vera e propria visione dell'universo. In modo analogo, a mio parere è possibile dire che Lonergan, nella modernità, ha saputo organizzare in una visione unitaria l'articolarsi sia delle scienze naturali che di quelle umane. Sono espressione di questo progetto le sue opere principali, Insight (1949) e Il metodo in teologia (1975).


E' difficile definire l'ampiezza della sua ricerca: dopo la laurea in filosofia presso lo Heythrop College, e contemporaneamente, in matematica all'Università di Londra, ha completato la sua formazione teologica alla Gregoriana di Roma, studiando l'opera di John Henry Newman e attraversando la teoria della conoscenza di Agostino e il tomismo trascendentale di Joseph Marechal. Ha sempre dimostrato un grande interesse per l’economia, per la scienza politica, la sociologia, la storia... Ed è stato riflettendo sul pensiero di Hegel e di Marx, sull'analisi storica di Spengler e Toynbee, a partire dalla lettera di San Paolo agli Efesini – che parla della “ricapitolazione in Cristo” di tutto ciò che esiste -, che Lonergan è giunto a immaginare, per così dire, una nuova "summa" per la nostra epoca.


Negli anni Sessanta, mentre insegnava teologia alla Gregoriana, a Roma, una diagnosi di cancro ai polmoni sembrava interrompere il suo percorso di studi. Ma nemmeno la malattia lo ha fermato e lo ritroviamo, fino alla morte, docente al Regais College in Canada e al Boston College negli USA.

 

Riguardo alle ragioni che motivano, a mio parere abbondantemente, a studiare la sua opera, posso offrire le mie e descrivere il peso che ha avuto Lonergan sulla mia formazione intellettuale. La mia prima laurea l'ho conseguita in fisica matematica. In quel periodo, ero cattolico per fede ma positivista per formazione intellettuale. Mi affascinavano le leggi fondamentali della natura e la meccanica quantistica e, ogni tanto, scavando nei fondamenti della fisica, scoprivo alcuni riferimenti alla filosofia greca o all'empirismo inglese. Ma mi sembrava che i diversi ambiti si confondessero reciprocamente; brancolavo nella impossibilità di comprendere la logica del conoscere. Era una salutare crisi di pensiero.


Finchè un amico sacerdote, mi parlò di Lonergan e di Insight. In un primo momento non mi sembrava possibile che un filosofo potesse risolvere i miei interrogativi; mi sembrava assurdo ricorrere alla filosofia per risolvere i problemi teorici della matematica. Per il mio 21° compleanno ho ricevuto in regalo proprio una copia di Insight: oggi è ancora tra i libri più preziosi della mia biblioteca. Non è un testo facile: Lonergan affronta le aree del sapere più diverse, dalla matematica alla fisica, dalla scienza politica alla teologia, alla sociologia, alla metafisica, all’etica... 


La sua genialità emerge proprio negli “insight” che lo guidano in questo orizzonte vastissimo. Lonergan fa emergere le diverse domande che aprono l'una o l'altra conoscenza fino a sviluppare un metodo. Perchè è la formulazione di una domanda e il metodo usato a determinare in qualche misura la sua risposta. Ho capito che c’è tutto un mondo reale oltre la fisica, e che il metodo delle scienze è insoddisfacente per conoscere tante realtà. Con l’aiuto di Lonergan, non solo ho potuto penetrare nella sua appassionante fatica, ma anche, per la prima volta, in me stesso. L’obiettivo di Insight non è un singolo sapere, ma sono io stesso, là dove posso giungere attraverso una vera e propria operazione di auto-appropriazione. 

 

La seconda risposta dunque è semplice. Vorrei che, com'è stato per me, anche per altri si aprisse un mondo di cui forse non siamo consapevoli. Studiare Lonergan vuol dire non perdere tempo nel percorso accademico a re-inventare la rotta. Almeno per me è stato così.”    

 

Testo: Paul O'Hara

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