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Due borse di studio finanziate da EdC

Due borse di studio finanziate da EdC

Dopo 21 anni, quale impatto sull’indigenza?

 

Jena Debbaneh, di Lattakia in Siria, e Cristina Viano, di Torino in Italia, sono arrivate lo scorso ottobre e fanno parte del gruppo di giovani ricercatori e dottorandi dello IUS; entrambe hanno vinto la borsa di studio messa in palio un anno fa dalla Associazione internazionale per l’Economia di Comunione (AIEC), per intraprendere una ricerca quali-quantitativa che valuti l’impatto delle iniziative EdC sulla povertà.

 

Jena Debbaneh, seconda da sinistra, e alcune colleghe allo IUS

 

La ricerca, della durata di un anno e rinnovabile per un secondo anno, è finanziata con una parte degli utili versati dalle aziende impegnate nel progetto a livello internazionale e destinati alla “formazione degli uomini nuovi”.
Jena Debbaneh, in particolare, ha scelto di abbinare la ricerca ad un percorso di formazione dottorale presso lo IUS in Economia civile e di comunione, con la supervisione dei proff. Luigino Bruni e Luca Crivelli, del Dipartimento di Economia, per l’impostazione del design della ricerca, per l'elaborazione dell'analisi empirica e la discussione dei dati.
Trascorsi i primi mesi di lavoro, con l’aiuto di una breve intervista (curata da Antonella Ferrucci), è possibile conoscere più a fondo l’esperienza in corso.

 

Jena, cosa c’è alla radice del tuo interesse per l’Economia di Comunione?

 

Le origini sono da cercare nella mia adolescenza, quando con un gruppo di amici cercavamo di aiutare le persone che abitavano nella baraccopoli che circonda la mia città. In seguito ho studiato economia ed ho avuto l’opportunità di lavorare con la Banca mondiale e quindi con le Nazioni Unite su progetti per la riduzione della povertà. L’obiettivo erano i poveri e il lavoro era svolto in maniera molto professionale, ma l’interesse si concentrava sul “numero dei poveri” piuttosto che sulle “persone”, e questo mi metteva a disagio.

 

Quando hai conosciuto l’EdC?

 

E’ stato nell’autunno 2010: ho visto una video-registrazione in cui Chiara Lubich parlava dei progetti di EdC per alleviare la povertà ed ho pensato che quella era una risposta alle mie domande. Quest’idea di orientare la produzione di beni ad una finalità di condivisione e di equità, con l’obiettivo di far crescere una società senza poveri, mi ha affascinato. Ho cercato informazioni per capire se effettivamente si trattava di un progetto “reale” e se avessi potuto applicarlo anche nella mia situazione, nel mio Paese. Ho provato a partecipare ad una Summer School internazionale ma la guerra ha spezzato i miei progetti e non mi è stato possibile lasciare la Siria. Pochi mesi dopo, è uscito il bando per la borsa di ricerca e mi sono detta: forse questo è il modo. E’ andato tutto bene, ho vinto quel bando e ora sono a Sophia.

 

Quali sono gli obiettivi della ricerca che svolgete?

 

Dalla nascita del progetto sono passati 21 anni: 21 anni di attuazione nei contesti geografici e culturali più diversi. Ciò che intendiamo valutare è l’impatto sulla povertà che hanno le iniziative di aiuto promosse dall’EdC, gli effetti sulle situazioni di indigenza personali e collettive che vengono prese di mira con forme diverse di sostegno.
Dopo il primo periodo in cui abbiamo costruito il disegno della ricerca, potendo godere del caratteristico impianto interdisciplinare dello IUS, accanto a studenti di tutto il mondo, ora comincia la seconda fase e cioè l’analisi vera e propria dei dati.

 

Abbiamo già numerosi dati: da anni la Commissione Internazionale di EdC produce un Rapporto annuale (allegato) che sintetizza la messa in opera del progetto: le aziende coinvolte e il loro sviluppo, la destinazione degli utili che vengono devoluti, la funzione formativa e le Scuole di EdC, i Poli produttivi…

 

Ma c’è un passo in più da fare. E si potrebbe utilizzare una metafora evangelica: ci interessa sapere cosa ha fatto la persona soccorsa dal… buon samaritano dopo essersi ripresa dall’incontro con i briganti. La sua vita è cambiata? Come? L’EdC, con i suoi progetti di aiuto ai poveri, veste i panni del buon samaritano: cosa è capitato in questi 21 anni alle persone che sono diventate “oggetto” di questo aiuto? Lo svolgimento della loro storia presenta caratteristiche particolari che possano essere associate all’EdC? Il Vangelo non ci racconta cosa è successo alla persona aiutata dal buon samaritano, noi ora con questa ricerca intendiamo scoprirlo.

 

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