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Leadership etica

Un sapere pratico e un metodo partecipativo

 

Una conoscenza che integra temi e processi di apprendimento, lavorando allo stesso tempo sui contenuti e sull’esperienza che si fa imparando. È quanto intende offrire il corso di Leadership etica, proposto dalla specializzazione in Studi politici, che si tiene in questi giorni allo IUS.

 

Scopo del corso è offrire una conoscenza pratica che possa servire nella vita. Servire a riconoscere un leader etico, se lo si incontra, ed a crescere come leader etici, dovunque ci si trovi; a differenza del manager, infatti, il leader non deve necessariamente occupare una posizione di comando. E offrire un sapere pratico che aiuti a creare un clima più etico nelle organizzazioni in cui ci troveremo ad operare e, più in generale, nella società; che aiuti a fare scelte difficili di fronte ad un dilemma etico, quando due azioni possibili si confrontano ma se ne può scegliere solo una.

 

 

Il metodo del corso, che si articola in quattro giornate di lezioni (24 ore), è di attingere all’intelligenza collettiva del gruppo. L’ipotesi di lavoro è che un gruppo coeso, in cui le persone agiscono insieme per uno scopo condiviso, è più intelligente della somma delle intelligenze individuali dei suoi membri. Per questo si fa leva non solo sulle conoscenze e le ricerche del docente, Paolo Giusta, funzionario europeo ed esperto di etica, ma sull’esperienza e le competenze degli studenti. Come?

 

Gli studenti sono invitati a partecipare alle giornate di lezione adeguatamente preparati: il materiale di lettura che ricevono preliminarmente permette loro di agire in aula a partire da una base comune, possedendo alcuni elementi di conoscenza già piuttosto precisi. La lezione, poi, applica alcune pratiche partecipative innovative che permettono di attivare l’intelligenza e la conoscenza del gruppo. Uno strumento tipico è il circolo di apertura, per rendersi presenti in modo consapevole - non solo con il blocco per gli appunti - con tutta l’energia e il potenziale che ognuno può offrire, e il circolo di chiusura, per fare il punto insieme prima di lasciarsi. Il circolo, inoltre, esprime con immediatezza la realtà che siamo tutti fondamentalmente pari, e quindi potenzialmente leader, al di là dei diversi ruoli che possiamo svolgere, come quello di docente e discente.

 

Altre pratiche messe alla prova in aula sono il world café (una serie di conversazioni in piccoli gruppi che permettono l’interscambio di idee, per approfondire un tema e far emergere ciò che sappiamo), l’appreciative inquiry (dove le esperienze pratiche rappresentano il punto di partenza e disegnano un percorso di apprendimento positivo) e l’open space (altra metodologia di scambio in cui l’agenda è definita dai partecipanti, utile per affrontare problemi concreti e sviluppare progetti). 

 

Il ritmo della lezione è in genere segnato da una fase di divergenza, in cui si dà spazio a tutta la diversità presente tra i soggetti; una fase di emergenza, spesso caotica e non necessariamente confortevole, quando accade, ad esempio, che un membro del gruppo chiede di prolungare il momento precedente per potersi esprimere ancora a livello personale, mentre è giunto il momento dell’elaborazione; ed una fase di convergenza, in cui si raccolgono e si documentano le idee sviluppate.

 

Il processo è dinamico e le giornate di lezione molto dense: si “co-crea” una conoscenza condivisa, piuttosto che – come pure sarebbe legittimo fare – condividere una conoscenza già creata. Una conoscenza che integra contenuti ma anche processi, che i futuri leader etici sapranno gestire nel modo più appropriato. In una occasione, il lavoro in gruppo non aveva prodotto i risultati attesi, ma i partecipanti hanno imparato moltissimo su come si lavora insieme a partire da posizioni, idee e culture molto diverse, attraversando le difficoltà che ciò comporta.

 

Quando, alla fine della giornata, gli studenti si concentrano sul test individuale di verifica, per fissare le conoscenze acquisite … e per permettere al professore la valutazione, non è raro sperimentare un risultato sinergico che supera la somma dei contributi individuali. L’immagine riportata - mind map - sintetizza il ventaglio di idee presentate dagli studenti impegnati a dare forma ad un’organizzazione etica: a venire in rilievo non sono tanto le singole intuizioni, ma la ricchezza dell’insieme, il fatto che i vari contributi si completino l’un l’altro e l’abbondanza di spunti validi e praticabili elaborati anche in questa occasione. Un esempio efficace di intelligenza collettiva in azione.

 

Per approfondire il contenuto del corso: ETI 201 - Leadership Etica

Autore: "webmaster"
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